28/04/2024
L’agricoltura rigenerativa è ipervenduta nelle strategie di sostenibilità aziendale?

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L’agricoltura rigenerativa è ipervenduta nelle strategie di sostenibilità aziendale?

L’aumento dei costi dei fertilizzanti, aggravato da una serie di shock climatici tra cui caldo estremo, siccità e inondazioni, sta spingendo i marchi di consumo e le aziende agricole a trovare alternative ai metodi agricoli convenzionali, come l’agricoltura rigenerativa, che stanno compromettendo la resilienza dei nostri ecosistemi.

Sotto la pressione di ridurre le emissioni all’interno delle catene di approvvigionamento e ridurre l’impatto ambientale del cibo, alcune aziende agricole stanno tornando a metodi agricoli preindustriali. A guidare questo nuovo corso è appunto l’agricoltura rigenerativa, una pratica che mira a ripristinare gli ecosistemi naturali che sono stati impoveriti dall’agricoltura moderna.

Ben oltre la metà delle aziende agroalimentari, responsabili di un terzo delle entrate dell’intero settore alimentare, elencano l’agricoltura rigenerativa nel proprio arsenale di sostenibilità. Tuttavia, solo un terzo di queste aziende ha quantificato gli obiettivi in tal senso, mentre il resto dichiara il proprio intento o elenca i progetti pilota. 

Questa mancanza di chiarezza è solo in parte responsabile dell’industria alimentare. Le linee guida su come mettere in pratica l’agricoltura rigenerativa rimangono contorte. 

Qual è la promessa dell’agricoltura rigenerativa?

L’agricoltura rigenerativa è difficile da definire. È un termine generico che copre una gamma di pratiche agronomiche, dalle colture di copertura e lavorazione minima al pascolo rotazionale e all’integrazione del ciclo biologico dei nutrienti. 

Il suo obiettivo è almeno invertire la perdita di biodiversità, ripristinare la salute del suolo e aumentare la capacità di cattura del carbonio del suolo come strumento per mitigare il cambiamento climatico. I sostenitori di questa pratica affermano che essa mantiene o addirittura aumenta la produttività agricola.

Questi molteplici suoi aspetti contribuiscono in qualche modo a spiegare perché alcune grandi aziende alimentari con strategie di sostenibilità basate sulla scienza non hanno obiettivi quantificati a livello aziendale relativi alle pratiche stesse.

Il consenso sugli impatti sulla produttività dell’agricoltura rigenerativa rimane poco chiaro. In questo risiede la sua complessità: sta assumendo il ruolo centrale come soluzione miracolosa per l’adattamento climatico e la resilienza, ma non esiste una soluzione miracolosa per riuscirci.

Intanto, la tecnologia nella meccanizzazione agricola avanza. Sul portale Meccagri.it è possibile leggere diversi articoli su macchine e attrezzature a impatto zero sulla biodiversità.

Una soluzione multifattoriale con compromessi da conoscere

I risultati positivi dell’agricoltura rigenerativa per la mitigazione del clima e la produttività alimentare sono condizionati, raramente ripetibili e possono comportare compromessi che devono essere fatti con la consapevolezza del potenziale danno. 

I sostenitori di questa tipologia di agricoltura affermano che non esiste un’unica ricetta per il successo. Ad esempio, il potenziale di stoccaggio del carbonio è significativamente maggiore nel terreno argilloso degradato che nel terreno sabbioso degradato. 

E immagazzinare il carbonio nel suolo privo di un surplus di azoto o di altri nutrienti richiede una grande quantità di input di nutrienti esterni. 

Sequestrare tutte le emissioni di combustibili fossili nel suolo, ritenuto possibile, richiederebbe quattro volte il fertilizzante che usiamo oggi. Ciò quadruplicherebbe le emissioni di protossido di azoto e aumenterebbe il rischio di eutrofizzazione dovuta al deflusso.

Da grandi promesse derivano grandi responsabilità

Questa complessa matrice di fattori non vuol dire che l’agricoltura rigenerativa non dovrebbe far parte della mitigazione del cambiamento climatico. Al contrario, è un pezzo del puzzle che merita molta attenzione da parte dell’industria alimentare per capire dove si inserisce e come. 

La mancanza di obiettivi, di progettazione della gestione del cambiamento e di monitoraggio dei progressi in molte strategie del settore alimentare indica che la complessità dell’agricoltura rigenerativa non è ancora adeguatamente presa in considerazione.